giovedì 17 marzo 2011

Onirico...esterno...

...giorno....una lunga strada brecciata bianca porta ad una casa immersa nel verde...seduto su una piccola panchina e con le spalle appoggiate al muro sta un ragazzo...con gli occhi chiusi, il sole che gli sbatte sulla fronte...il ragazzo ripensa al significato della parola onirico...quella parole che gli aveva sempre evocato il mondo dei cavalieri...di excalibur...la linea di confine fra la realtà e il sogno...non l'aveva mai compresa fino in fondo quella parola prima di quella notte...sarà stata la febbre del giorno precedente...oppure la peperonata mangiata di fretta...ma quella notte si ricordava di aver sognato questo...interno notte...un ragazzo si trova da solo in casa, è seduto sul letto a leggere un saggio di Chomsky...la casa era sorprendentemente silenziosa…non si sentiva neppure quello strano ticchettio che proveniva dalla parete dietro il suo letto…si sente il rumore di un campanello…lui pensa sia quello del vicino…ma il campanello ha un suono diverso…più forte rispetto a quello del vicino…un altro driiin…cazzo il campanello era proprio quello della sua porta…a quell’ora di notte…a quell’ora senza dio…chi mai sarebbe potuto essere…avrebbe avuto la parola d’ordine?...interrompendo la lettura e bestemmiando il ragazzo si alzò…si avvicinò alla porta…”chi ha scritto la bibbia?” disse con la bocca che puntava la fessura…dall’altra parte…******….ma come era possibile? Chi conosceva la risposta era lontano…era costretto ad aprire…si trovò di fronte due labbra rosse che senza dire nulla lo abbracciarono…stava facendo grosse boccate di quei capelli quando…esterno giorno…un ragazzo è seduto sulla panchina di un parco…tutto intorno il cielo è blu…di un blu intenso…che viene quasi riflesso dai riflessi della rugiada che è a terra…sulle gambe il ragazzo ha un saggio di Chomsky…lo sguardo fisso su quelle parole…per alcuni solo nefaste, ma per il suo sentire erano puro vaticinio…mentre pensava al futuro prospettato dall’autore…un suono lo disturba…ma chi cazzo tiene il telefono accesso nel parco?! E mentre lui sta leggendo per giunta…con lo sguardo piccato si gira intorno…ma non vede nessuno…non c’è nessuno…minchia…il telefono è il suo…lo prende…senza guardare e risponde…”pizzeria vedi napoli e poi muori, dica!?”…dall’altro capo della rete…”ma dove eri finito? Cos’è non ti piaceva l’odore dei miei capelli?”…lo sguardo del ragazzo diventò un punto interrogativo? Pensava che quello vissuto la notte precedente fosse solo un sogno…e che quella ragazza il frutto di un eccesso di peperonata…ed ora eccola invece al telefono? I sogni non chiamano al telefono…”ma tu non sei reale!” rispose con un mezzo tono di voce più alto del solito…”come non sono reale?! Come potrei essere non reale e starti alle spalle? Stai ancora leggendo Chomsky?!”…si voltò di scatto…non c’era nessuno dietro di lui…quando provò a dire “che minchia dici?!”…udì solo un fischio di treno…esterno giorno…un ragazzo sta appoggiato ad un palo della luce…sostenendo l’equilibrio con anche il piede appoggiato alla base del palo…aveva portato con se un saggio…di Stigitz…la stazione era piena di persone…il solito andirivieni del fine settimana…anche se quel giorno era solo giovedì…come sempre teneva la testa bassa sulle parole…e non si curava di quelli che gli stavano intorno…si avvicina un ragazzino che dandogli un tocco sulla spalla gli dice:”Signore, dove posso trovare la biglietteria?”…lui senza alzare lo sguardo dice: “Il Signore sta in cielo…però la biglietteria è dietro le tue spalle”…il ragazzino prende la sua risposta e se ne va….lui rimane a fissare per un momento quelle parole immobili ed a pensare a quanto stesse bene in quella casa isolata…ancora non capiva per quale motivo si trovasse lì…c’era arrivato camminando da casa…senza nessun motivo e soprattutto ora che si trovava lì voleva già fuggire…con un colpo di piede alla base del palo si sposta in avanti…e rimane con gli occhi sbarrati per lo stupore…di fronte a lui c’erano ancora quelle labbra rosse…ma era impossibile…”finalmente sei arrivato! Ma ti sembra il caso di farmi aspettare?!”…finalmente…aspettare?!...ma che minchia stava dicendo!? “Dai su che dobbiamo fare un sacco di cose..c’è il pranzo da preparare…io avevo pensato ad un antipasto con prosciutto, fichi e pecorino…poi potremmo preparare una vellutata di porri e zucchine…e se vuoi per finire una peperonata…interno notte…un ragazzo fissa il soffitto…2.32 scritto in rosso…minchia…che cazzo di sogno…”dai su, smettila di muoverti, lasciami domire!”…il ragazzo urlò solo “minchiaaaaaaaaaaaaaaaaa” e poi si svegliò sulla panchina con il sole che oramai era calato…

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